Antenne a dipolo multibanda con trappole
(per 10, 40, 80 metri e loro armoniche)

di IZ1TQI Aldo "de Roderigo" - RCT #030    



La trattazione del presente elaborato è principalmente astratta, in quanto lo scopo è quello di fornire degli strumenti teorici più che presentare una realizzazione pratica, per la quale, invece, vi invito a visitare, su questo sito web nella pagina dedicata alle Autocostruzioni, i pregevoli lavori di costruzione di IZ1NER, Alberto - RCT #011.

Spesso lo spazio, come il tempo, è tiranno e solo a pochi privilegiati consente la realizzazione di più dipoli interi sulle gamme HF, penso soprattutto ai 160, 80 e 40 metri.
Agli altri meno fortunati non rimane che scendere a qualche compromesso, certamente lo scotto da pagare c'è, e consiste nella perdita di una certa percentuale di efficienza;  uno di questi compromessi consiste nella realizzazione di dipoli multigamma, che consentono di servirsi di un unico dipolo per più gamme di frequenza.
L'artificio consiste nell'uso delle cosiddette trappole: circuiti costituiti da induttanza e capacità, che, nel caso la configurazione  sia parallela, bloccano la frequenza di risonanza, cortocircuitando (facendo passare) tutte le altre, mentre, nel caso di configurazione seriale, cortocircuitano (fanno passare) la frequenza di risonanza, e bloccando tutte le altre.
Se pertanto realizzeremo un dipolo per una certa frequenza e ai suoi estremi porremo una trappola accordata sulla quella stessa frequenza, potremo prolungare ciascun braccio affinchè la somma dei due tratti di antenna e la trappola risuonino su di una frequenza più bassa.
Ma come calcolare le singole lunghezze e la trappola?
Osserviamo la figura 1: il tratto " A" di ciascun braccio (1/4 della lunghezza d'onda) deve risuonare sul centro-banda tra 28 e 29,700 MHz ( 10 metri ), pertanto il centro-banda sarà:
(28 + 29,700) : 2  =  28,850 MHz
          


La lunghezza elettrica (in metri) di un braccio sarà data dalla solita formula      300     nel vuoto,  f è espresso in MHz,
                                                                                                                 4 *  f
ma poichè l'onda elettromagnetica viaggerà più lentamente nel filo conduttore dell'antenna dovremo correggere la formula con un fattore di accorciamento di circa 0,95:
pertanto scriveremo      300     * 0,95, ottenendo la lunghezza fisica.
                                 4 *  f

Allora ragionando in λ/4 diremo che:

λ/4 =  72     e i bracci del primo tratto di dipolo dovranno ammontare a  2,495 m, insomma 2,50 m.
           f
Se l'altra gamma su cui accordare il dipolo sarà quella dei 40 m, centro banda 7,100 MHz, allora ci serviremo della formula seguente
 λ/4 = 
 72     *  0,83  quindi
            f
  λ/4 =   72     *  0,83,  λ/4 = 8,41 m ( tratto C )
            7,1
Perciò dovremmo aggiungere 5,91 m ( tratto B ) ai 2,50 m che abbiamo già calcolato.

Volendo estendere un tale dipolo anche per gli 80 metri, cioè dai 3,500 MHz ai 3,800 MHz calcoleremo

λ/4 =      72      *  0,83 ,  λ/4 =  16,37 m.
           3,650

che, defalcati dei precedenti 8,41, fanno  (16,37-8,41)  7,96 m da aggiungere ad ogni braccio dell'antenna, per una lunghezza totale di 16,40 x 2, ossia 33 m circa.
N.B.:  l'ulteriore accorciamento a 0,83 è dovuto alla trappola che funzionerà anche un po' da bobina di carico.
E' vero che per precisione si dovrebbe anche considerare la lunghezza della trappola, però a seguito della sua esigua lunghezza si finisce quasi sempre per trascurarla.

Ora si tratta di calcolare le trappole. Partendo dalla conosciutissima formula:

f   =           1            ossia   L =             1                  e  volendo L in µH e C in pF:
         2π  * √ LC                        4π ² *  f ² *  C                                                                  
 
L  =        25300      .
              f ² *  C

Va da sè che, nel caso ci interessasse il valore di C in pF,

C  =        25300      .
             f ² *  L

A questo punto si presenta il primo problema qualitativo: il condensatore C, per una buona riuscita, dev'essere anti induttivo e con almeno 1000 VL.
Poichè, trovare in commercio un tale componente, sarà ben arduo dovrete costruirvelo e per questo ci sono almeno due modi:
a) Lo potete ricavare da un foglio di vetronite, ramata sulle due facce. Sapendo che la capacità è direttamente proporzionale alla superficie delle armature e inversamente proporzionale alla loro distanza, potremo scrivere:

C =  ε *   S  , in cui  "ε" è la costante dielettrica della vetronite, "S" la superficie in mmq delle armature e "d" la distanza in mm.
               d

A questo punto mi domanderete: "... e quanto vale "ε" ?".  A dirvi il vero non lo so, ma lo possiamo, con buona approssimazione, calcolare sperimentalmente, misurando con un capacimetro a quanto ammonta la capacità del foglio di vetronite a nostra disposizione, calcolandone poi la superficie delle facce e misurandone, con un calibro, lo spessore, allora:
     ε   C * d  
           S

    Ora potremo conoscere la superficie adatta alle nostre necessità:

S =    C  * d   , eventuali correzioni le apporteremo limando i lati del condensatore così ottenuto.
             
ε

La forma dovrà essere sagomata in modo da essere alloggiata entro il supporto plastico della trappola.


b) Un altro metodo consiste nell'uso di spezzoncini di cavo coassiale disposti in parallelo: tutte le calze saldate assieme e tutti i fili coassiali saldati assieme.
Per conoscere la capacità per ogni centimetro, basterà misurare la capacità di un metro esatto di cavo.
Esempio: tagliamo tre spezzoncini di cavo coassiale di sei centimetri, accorciamo la calza metallica di un centimetro e la guaina di uno e mezzo per ogni estremo ed eliminiamo mezzo centimetro di isolante in modo da denudare il filo coassiale. Colleghiamo assieme tutti i fili interni e poi tutte le calze, otterremo così un condensatore di 12 pF, se avremo riscontrata la capacità di 1 pF per centimetro. N.B.: il tratto utile, per il calcolo della capacità, è quello che rimane ricoperto dalla calza.



Adesso è il turno delle bobine con i supporti, i diametri, il numero delle spire, il diametro del filo e la spaziatura.
Per i supporti è ormai uso consolidato servirsi dei tubi idraulici plastici, meglio quelli in plastica arancione, perchè robusta e, se opportunamente forata agli estremi, è in grado di fungere da ancoraggio per il filo d'antenna e sopportarne la trazione.
Tutto senza problemi? E no
! Dovremo prima appurare che tale supporto non assorba la RF; per questo ci serviremo del forno a micro-onde entro il quale deporremo, per un minuto o due, un piccolo tratto di tubo plastico, esponendolo alla "cottura". Se estraendolo, lo troveremo freddo o appena tiepido è buon segno, se invece scotterà o si sarà deformato, scartiamolo, perchè per potenze superiori a 100-150 W in antenna rischieremo, alla lunga, di cuocere il supporto delle trappole.  
Ora è la volta del numero di spire, allo scopo vediamo un paio di formule ugulmente valide:
la prima è:

               1010 * L *(  lu  + 0,45)
N²  =                           d                               N = √N² in   µH, lu (lunghezza) in mm, d (diametro) in mm.
                            d


La seconda formula prevederebbe le misure lineari espresse in pollicied ed è la seguente:

L =        N²  * 0,2 * d²       *       1       
               (3d + 9 lu)                25,4    
                         
Il numero 25,4 altro non è che la riduzione da pollici in mm: poichè   mm =  ( pollici * 25,4),
pollici  =    mm   ,  pertanto moltiplicheremo la precedente
equazione
                 25,4
per      1       e potremo esprimerci in mm, anzicchè in pollici.
       25,4
da questa, risolvendo rispetto a N² :
  
   
N²  =      L * (3d + 9 lu) * 25,4                   N = √N² in   µH, lu (lunghezza) in mm, d (diametro) in mm.                  
                         0,2 * d²
                                                                                                                                                                        
Adesso calcoliamo la trappola da applicare al dipolo di figura 1:
la frequenza di centro banda era 28,850 MHz, stabileremo ora arbitrariamente il valore del condensatore tra 20 e 40 pF, a seconda del fattore di merito e quindi della curva di risonanza e della banda passante che voglioamo ottenere (N.B.: maggiore l'induttanza più stretta la banda passante, minore l'induttanza più larga la banda passante).

Scegliendo 20 pF


L  =          25300                L =       25300             L =  1,51 µH,   (10 metri)     
          28,850 ² * 20                   16645,45

L  =           25300             L =       25300                L = 25,09  µH,  (40 metri)
             7,1 ² * 20                            1008,2

se avessimo scelto C = 40 pF

L  =          25300            L =       25300                L = 0,756 µH,   (10metri) 
          832,32 * 40                     33292,8

L  =           25300            L =       25300                L = 12,54 µH,   (40 metri) 
               7,1 ² * 40                          2016,4

Riguardo il diametro dei supporti saremo legati secondo quanto si trova in commercio, cioè tra i 30 e i 60 mm., mentre il diametro del filo dovrà essere almeno di 1,5 mm. Per la lunghezza della bobina dovremo regolarci attraverso un primo calcolo grossolano del numero delle spire sulla lunghezza di una ventina di mm.
Tutta la teoria e le formule, finora enunciate, sono approssimate, anche se, ragionevolmente approssimate; dovremo poi sperimentalmente verificare la frequenza di risonanza della nostra trappola con un grid-dip, oppure con l'ausilio di questo piccolo apparecchietto che compare in figura 3  e di un frequenzimetro. 
          

                      

                                
Da un progetto di Nuova Elettronica anno 1979   
                                       
Mi sono servito per tanti anni di questo progetto per realizzare circuiti L/C di ogni genere, di sintonia dai 3 ai 144 Mhz, medie frequenze e filtri da 10,7-5,5-6,5-2 MHz, con successo tale, che, una volta montati, è stato necessario solo qualche ritocco al nucleo delle bobine. Uniche avvertenze sono: la prima di tenere i terminali d'ingresso quanto più corti possibili, se collegati a morsetti esterni; la seconda di misurare la capacità parassita d'ingresso (con un capacimetro collegato ai terminali ad apparecchio acceso, di norma 5-10 pF) e tenerne conto durante le misurazioni.  
Il dispositivo è abbastanza semplice, una volta realizzato collegheremo qualsiasi bobina a RF sull'ingresso ed esso oscillerà in base al circuito L/C applicato; all'uscita collegheremo un frequenzimetro ed il gioco è fatto: leggeremo direttamente la frequenza precisa d'accordo. Eventuali ritocchi saranno perfezionati con ros-metro in sede di taratura dell'antenna, in base alle capacità parassite introdotte dal terreno e dagli oggetti circostanti.
In figura 3 bis è indicata la disposizione dei piedini dei transistor e fet impiegati, visti dal lato piedini. Il fet BF245 può avere due disposizioni diverse: se i piedini sono allineati, la disposizione è quella di sinistra nella figura, se il piedino centrale è arretrato e/o piegato a elle, allora la disposizione è quella di destra.
Esiste un secondo metodo per costruire le trappole ed averle già pronte, comprese di condensatore: è quello di usare il cavo coassiale avvolto a spirale, sfruttando la capacità parassita che si viene a creare tra il conduttore coassiale e la calza metallica. Il tutto andrà fatto per tentativi in modo da contemperare il numero delle spire con la capacità necessaria. Tenete conto che la capacità di un cavo coassiale come l'RG.58, il più usato per flessibilità e maneggevolezza, si aggira attorno ai 100 pF/metro. I collegamenti vanno fatti come in figura 5, la calza va al primo tratto d'antenna, il filo coassiale al prolungamento.       
La figura 4 propone una tavola che fornisce i dati costruttivi di una trappola per le bande principali HF; il cavo da usare è l'RG.58, il diametro del supporto è di 40mm.


figura 4



                                         

Per completare l'elaborato vedremo di calcolare, con entrambe le formule, anche il numero delle spire per l'antenna mostrata in figura 1, considerando un diametro di supporto di 40 mm, una lunghezza di bobina di 20 mm, un'induttanza da 1,51 µH e una capacità di 20 pF per i 10 metri e un'induttanza di 6,29 µH per i 40 metri.

             1010  * 1,51  * (   20    +  045)                             
N²  =                                40                        ,  N² =   1525   *   0,95 ,     N  = √ 36,22,       N =  6,0 spire     (10 metri)
                                 40                                            40

            1010  * 25,9 * (   20    +  045)                             
N²  =                              40                        ,   N² =   26159   *   0,95 ,  N  = √ 621,27,     N =  24,9 spire   (40 metri)
                                 40                                             40



 N²  =    1,51 * (120 + 180 )  * 25,4  ,              N²  =     11506,2    ,          N  = √ 35,9568,   N = 5,99 spire     (10 metri)
                       0,2 * 1600                                             320

N²  =   25,9 * (120 + 180 )  * 25,4  ,               N²  =      197358   ,           N  = √ 616,74,     N = 24,83 spire    (40 metri)
                     0,2 * 1600                                               320

  

Ho mantenuto volutamente anche i decimali superflui e come potete constatare i due modi di calcolo coincidono con eccellente approssimazione. Le sei spire andranno distribuite su di una lunghezza di 20 mm, se il filo è da 2 mm spaziare 1 mm, per le altre 25 potrete usare filo da 1mm o meglio usare filo da 2mm smaltato e ricalcolare la lunghezza di 50mm, anzichè 20 mm.

Le armoniche su cui, teoricamente, funzionerebbe l'antenna sono quelle dispari, perciò i 3,65 MHz generano: i 10,95 MHz (30 metri) in 3° armonica, i 18,25 MHz (16 m) in 5°, i 25,55 (12 m) in 7°; invece i 7,1 MHz generano: i 21,3 (14 m) in 3° armonica, i 49,7 MHz (6 m) in 7° armonica; mentre i 28,85 MHz in 5° armonica generano 144,25 MHz ( 2 metri ). Tuttavia, con rendimento accettabile, lavora meglio la 3° armonica.
Il rendimento andrà diminuendo verso le onde più lunghe e le armoniche 5° e 7° superiori, tuttavia coloro che riescono ad installarlo sono già tra i più fortunati anche se le trappole costituiscono una notevole perdita di efficienza.

 
Altro non vi saprei narrare, vi resta solamente da provare.
Odi profanum vulgus et arceo (Orazio)




Buon lavoro a tutti!

IZ1TQI Aldo "de Roderigo" - RCT #030
rode.rigo@yahoo.it


elaborato il 2/8/2010 - pubblicato il 15/8/2010