La RADIO e il suo divenire...

di IZ1GJH Massimo Servente



 
   














Non si può parlare della radio senza alcune fondamentali considerazioni: l'origine, lo sviluppo della radio e le grandi difficoltà incontrate nelle applicazioni di questo mezzo di comunicazione.
Fortunati coloro che intuirono il grande divenire, che avrebbe assunto l'impiego delle onde elettromagnetiche.
Se per un attimo, confrontassimo i rudimentali apparecchi con i quali furono fatte le prime esperienze, con quelli oggi in uso, molto sofisticati, avremmo una visione esatta, non solo di quanto studio, ricerche, ansie e preoccupazioni, gioie e delusioni e sempre rinvigorite lotte furono necessarie per lo sviluppo, l'affermazione ed il progredire delle invenzioni: ma anche e soprattutto il convincimento che tutto era legato all'inevitabile: fede, costanza e tenacia.
Così, credo sia doveroso ricordare, in sintesi, l'ambiente tecnico e scientifico, in cui l'invenzione della radio venne alla luce e nello stesso tempo rendere chiari e distinti i meriti di alcuni eminenti fisici, esperimentatori ed inventori.
Dalla propagazione a distanza di ogni effetto fisico (Newton 1624-1727), alla teoria elettromagnetica della luce di Maxwell (1867) e quindi la dimostrazione pratica di tale teoria per mezzo delle esperienze  di laboratorio di Hertz (1888).
L'antenna di Popof (1896), con la quale si tentò di insinuare che il suo uso, sia stato adottato da Marconi, dopo la sua pubblicazione di esperienze condotte nel 1895 "possibilità di utilizzare le onde elettriche per la telegrafia senza fili". Popof si limitò ad usare l'antenna solo per la ricezione delle scariche elettriche atmosferiche.
Successivamente comparve l'ambiente tecnico-scientifico, nel quale venne alla luce nel 1896 l'invenzione di Marconi, della telegrafia senza fili, per mezzo delle onde elettriche, da nessuno realizzata prima. E sono tanti e di tale importanza  i benefici portati all'umanità dall'invenzione di G.Marconi.
Questo può considerarsi il periodo dell'infanzia della radio svoltasi sotto l'interessamento, quasi unico, di Marconi.
Successivamente (1902) la radio entra nel periodo dell'adolescenza, per vivo interessamento di eminenti fisici, i quali ripresero in esame i cinque momenti sui quali si basa una radiocomunicazione:
- Generazione e trasmissione delle onde elettromagnetiche;
- Radiazione;
- Propagazione;
- Captazione;
- Ricezione.
La radio è passione che affascina, entusiasma e travolge, poichè, io penso che l'uomo ha aspirazioni ed intento di "sapere", e lo studio, la ricerca, la sperimentazione della radio può costituire la massima ambizione per il perfezionamento delle proprie possibilità tecniche.
Tutti gli appassionati della radio (OM) appartengono ad una comunità umana, dotata di spirito di amicizia (che richiede carattere leale e condotta irreprensibile) e di cooperazione, cioè l'intento dilettantistico, di essere utile agli altri e di trovare negli altri il completamento della propria esperienza...
La radio piace, perchè mai invenzione umana, attraverso collegamenti fra le più diverse realtà della vita umana, ha rappresentato, ha sintetizzato, ha aderito quanto la radio allo spirito dell'uomo moderno.
La radio non è solo funzione sociale, quando evidenzia la sua utilità nell'emergenza: ma è anche e soprattutto funzione umana, quando ci consente: di evadere dall'isolamento e dalla solitudine; di sentirci liberi, non più allo stato oggettivo, bensì allo stato soggettivo di una comunità umana di operatori OM, che ha quale obbiettivo: il colloquio, la solidarietà, la collaborazione tecnica e quindi la necessità di confrontare le proprie idee, le proprie esperienze.
Ma nella radio, nei vari QSO, abbia grandissimo valore l'autorità degli amici, che consigliano al bene e questa autorità la si adoperi non solo per un franco ammonimento, ma anche, se il caso lo richiedesse, per un acerbo rimprovero; e, adoperata che sia, le si obbedisca.